TESTI CRITICI

Franco Farina - Istituto di Cultura "Casa G.Gini"Ferrara 1987

Sovente l'esigenza di ricercare paternità e attribuzioni illustri a giovani operatori, non tanto per sottolineare continuità che hanno al più valore di cronaca, quanto piuttosto per giustificare un intervento critico ritenuto prematuro, ci porta ad affermare e dare per scontato situazioni in divenire dove ancora non si prefigura il necessario traguardo di tappa.
Salvatore Amelio, come la stragrande maggioranza, vive questa vicenda; però a suo merito va il fatto che, nella foga generale di un indubitato quanto gratuito "neo-espressionismo" diversamente paludato su un versante e l'assunzione di modelli museali "anacronisticamente" riproposti dall'altro, ha inseguito le sue fantasie, aperto all'intelligenza del presente mediato e trasfigurato dalla ricerca artistica.
Mi pare che le "due ipotesi formali" come indicava Don Franco Patruno in una sua presentazione dell'83, ancora sussistano anche se con piglio meno veristico: la sua prima ancorata alla "figura" sebbene riguardi "rivestimenti" variamente embricati; la seconda, i voli d'uccelli, che via via ed in virtù di una sempre più accentuata stilizzazione, sono divenute forme fluenti che implicitamente danno corpo a forme plastiche in bilico fra realtà ed astrazione.
Si tratta di ideali colloqui con il tempo, dove la narrazione risente di una letteratura storico-poetica, una visione ricca di giochi ombrosi e mutazioni che crea immagini correlate al pensiero artistico mediante ritmi pacati ed insieme nervosi, che danno testimonianza di un procedere lento e pensoso, un'indagine quasi che intende affermare volontà e che non vuole esaurirsi nel concetto dell'immediato.
Non mancano assonanze dovute, com'è naturale, a tipiche stilizzazioni di forme veristiche, tuttavia prescindono da antecedenti e da collegamenti, i lavori rispondono ad istanze e slanci armonici, romanticamente liberi e —nonostante l'apparenza — non disgiunti da portati lirici.
Si potrebbe al limite parlare di una situazione mentale che lo stesso Salvatore Amelio suscita mediante una eccitazione visiva che determina letture che si estendono "quell'oltre la tela che è consegnato a noi", provocate non solo dal bisogno formale minuziosamente trattato sia nel momento pittorico sia nel momento plastico.
Non posso dire se in questa fase di autentica attività Salvatore Amelio sarà in grado di costruire nuove realtà che abbiano rispondenze e necessità esistenziali non meno che individuale identità, di certo si evidenzia ora con qualche titubanza la "percezione della memoria': più che mai un valore che trascende formule e correnti per affermare motivazioni e traguardi raggiunti.

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